Barriere coralline in pericolo

L’acidificazione degli oceani sta compromettendo la formazione delle barriere coralline che sta già calando in tutto il mondo. Le barriere coralline rappresentano un mondo sommerso variopinto e altamente ricco in biodiversità. Le caratteristiche uniche dell’habitat che si crea a ridosso delle barriere sono dovute alla presenza dei coralli stessi che offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi.
Numerosi organismi marini, tra cui i coralli polipi,  per costruire gli scheletri esterni e le conchiglie utilizzano  il carbonato di calcio in acqua di mare, un processo conosciuto come calcificazione.
Gli oceani hanno assorbito circa un terzo della C02 che è stata rilasciata nell’atmosfera dall’inizio della rivoluzione industriale e ciò ha incrementato l’acidità dell’acqua, diminuendo in questo modo la concentrazione di carbonato.
Quando l’acqua di mare è più acida, il livello di calcificazione decresce poiché le strutture di carbonato di calcio cominciano a disgregarsi.
Una nuova ricerca ha utilizzato un modello state of the art al computer per simulare l’acidificazione della corrente oceanica e i tassi di calcificazione. I risultati appaiono drammatici per la vita delle barriere coralline.
Tali considerazioni sono state possibili utilizzando i dati storici sulle emissioni di CO2 dal 1750 al 2005 e prendendo in esame le concentrazioni di aerosol , i mutamenti dell’orbita terrestre, i cambiamenti di uso del suolo e l’attività vulcanica e solare.
Il modello preannuncia una drastico calo della calcificazione delle aree coralline del mondo nel prossimo secolo.
Le conclusioni della ricerca hanno sottolineato che nel Pacifico tropicale occidentale e negli oceani Caraibici i tassi di calcificazione sono circa del 15% inferiori a quelli rilevati nel periodo preindustriale. Se le emissioni antropiche di C02 continueranno ad aumentare rendendo in questo modo le acque sempre più acide, si assisterà a un calo della crescita delle barriere coralline  del 60% entro la fine del secolo.

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