L’emergenza dei cambiamenti climatici

L’Italia e il Mediterraneo sono i primi a subire e a pagare gli effetti del cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico è qui e ora.

Noi sappiamo che il nostro paese è tra quelli che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdita di vite umane e salute, costi economici:

  • già ora la temperatura in Italia sta aumentando in maniera accellerata rispetto alla media mondiale;
  • già ora le piogge diminuiscono (il 5% nell’ultimo secolo, oggi ci sono 14 giorni di pioggia in meno ogni anno nel sud), gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per la Sicilia, ma anche per la Pianura Padana;
  • aumenta il rischio idrogeologico soprattutto nell’Appennino meridionale e in parte di quello settentrionale, oltre che nelle Alpi occidentali: le zone più a rischio sono in Calabria, Campania, Liguria e nelle Langhe;
  • risorse idriche: i nostri ghiacciai alpini hanno perso metà del loro volume e il 30% della loro superficie in meno di un secolo; il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche;
  • mare: un chilometro su 3 delle nostre coste basse è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni, la biodiversità marina, così come quella terrestre, cambia e nuove specie aliene si stanno insediando nel Mediterraneo;
  • salute: un incremento dei decessi in Europa, a causa delle ondate di calore valutato tra 8 mila e 12 mila persone per anno e per ogni grado centigrado di aumento della temperatura media;
  • soldi dei cittadini: a primi a pagare saranno agricoltori e operatori turistici; la produttività agricola, a causa dell’eccesso di caldo e della minore disponibilità d’acqua, potrebbe diminuire del 22%, (mentre quella del nord Europa potrebbe crescere fino al 70%). I danni sarebbero pari a 2/300 milioni di euro l’anno; le regioni mediterranee diventerebbero piuttosto inospitali per il turismo estivo marino sia per mancanza d’acqua che per eccessivo calore, e il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione; nel nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero nel nostro paese potrebbero variare di cifra che va da 200 e 800 milioni di euro l’anno.

(Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: intervento introduttivo alla Prima Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici, Roma, sede della FAO, settembre 2007, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, S.E. Giorgio Napolitano)

Gli atti della Conferenza Nazionale Cambiamenti Climatici

L’intervento integrale di Alfonso Pecoraro Scanio

 

 

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