8000 comuni per Kyoto: La sfida del federalismo climatico

Nel dicembre 2008 l’Europa, nonostante la posizione critica del Governo italiano, ha finalmente ribadito gli impegni per il clima assunti, grazie al ruolo attivo dell’Italia, durante lo Spring European Council del 2007: entro il 2020 riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, aumento del 20% del risparmio e dell’efficienza energetica ed incremento del 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili.

Il 16 febbraio 2009 è stato il quarto anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, oggi siglato da 179 paesi compresa l’Australia: ci auguriamo che Barack Obama riesca a convincere presto anche il Congresso degli Stati Uniti d’America (responsabili del 36,2% delle emissioni mondiali di gas serra) a ratificare il Protocollo.

Fondamentale peraltro, per raggiungere gli obbiettivi degli accordi internazionali in materia di clima, è il ruolo delle comunità locali: un recente studio promosso dal Coordinamento Nazionale Agende 21 locali italiane dimostra infatti come gli Enti Locali, con politiche autonome sul clima, possano incidere almeno per il 20% sul raggiungimento degli obbiettivi stabiliti dal protocollo di Kyoto.

In particolare è fondamentale il ruolo delle città: queste infatti sono responsabili del 75% del consumo di energia e dell’80% delle emissioni di gas serra mondiali; da questa constatazione muove la Clinton Climate Initiative (CCI) della Clinton Foundation che dal 2006 riunisce 40 grandi città del mondo impegnate fattivamente nella lotta ai cambiamenti climatici.

New York, ad esempio, grazie al Sindaco Bloomberg, ha elaborato insieme ai cittadini un Piano d’Azione Ambientale su tutte le linee (terra, acqua, trasporti, energia, aria, clima); il Piano è stato lanciato il 22.4.2007 (Earth Day) e, ad oggi, ha visto l’avvio del 93% delle 127 azioni previste: in particolare il Piano contiene il New York Climate Change Action Plan che prevede, come obbiettivo minimo, la riduzione delle emissioni di gas serra del 30% entro il 2030, ma non esclude, con azioni particolarmente virtuose, di raggiungere tale obbiettivo già nel 2017.

Anche l’Europa (dove il 70% della popolazione vive nelle città) si sta dando da fare: EUROCITIES, il network delle principali città europee, ha adottato a Lione il 27 ottobre 2008 la Dichiarazione sul Cambiamento Climatico che contiene impegni precisi e concreti sulle politiche per il clima per le città aderenti.

La Commissione Europea, poi, attraverso la DGTREN (Energia e Trasporti) ha promosso il Covenant of Mayors, ovvero il Patto dei Sindaci, proposto alle città europee per assumere concretamente gli impegni di Kyoto sul proprio territorio: il Patto dei Sindaci è seguito dalla Fondazione ANCI IDEALI, la Fondazione europea delle città, e, in Italia, dal Coordinamento Nazionale Agende 21 locali italiane e da Alleanza per il Clima ONLUS.

Il Patto dei Sindaci è stato firmato lo scorso 10 febbraio a Bruxelles da oltre 400 Amministrazioni Comunali promotrici: 346 sono infatti le città europee (di cui 27 le italiane) che hanno già ratificato il Patto; 104 sono le città europee (di cui 29 le italiane) che hanno espresso l’intenzione di firmarlo formalmente al più presto.

Università Verde, in occasione del quarto anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, ha lanciato da Genova l’iniziativa ottomila comuni per Kyoto: la campagna, organizzata in collaborazione con la Fondazione ANCI IDEALI, il Coordinamento Nazionale Agende 21 locali italiane e l’Associazione Comuni Virtuosi, ha come obbiettivo la sottoscrizione del Patto dei Sindaci da parte di tutti gli 8.101 comuni italiani entro il 2010.

Un esempio virtuoso per tutti: il Comune di Reggio Emilia che, il 26 febbraio scorso, ha presentato, nel corso di un’iniziativa denominata Reggio Emilia Kyoto Town, il Piano Energetico Comunale per Kyoto che, insieme all’innovativo protocollo di certificazione energetica ECOABITA, rende la città emiliana un polo d’avanguardia per le politiche energetiche virtuose, come già riconosciuto dal Sole 24 Ore nel proprio rapporto ambiente 2008 dove Reggio Emilia risulta al primo posto in Italia in questo settore.

Da segnalare infine un interessante Protocollo di Intesa recentemente siglato tra Regione Piemonte e Regione Puglia per pianificare ed attuare azioni a supporto del settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: ci auguriamo che tale Protocollo venga sottoscritto ed applicato quanto prima da tutte le regioni italiane.

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