NOVEMBRE : mese della riduzione dei rifiuti

Ogni anno cresce la produzione di rifiuti in Italia e in Europa e si attesta nell’anno 2006 (Rapporto Apat 2007) a 32,5 milioni di tonnellate con un incremento, rispetto all’anno precedente, superiore al 2,7%. E parliamo di RSU, rifiuti solidi urbani, perchè se consideriamo anche i rifiuti prodotti dalle imprese arriviamo a più di 100 milioni di tonnellate all’anno. LA produzione pro-capite ( media italiana) è di 563 kg/ab./anno con regioni che raggiungono ( anche a causa di un’ampia assimilazione) i 700 kg/ab./anno. La media europea si avvicina a 600kg/ab./anno. In Italia ci sono 400 discariche di cui 117 al Nord, 52 al centro, 231 al Sud, 114 impianti di compostaggio, 52 inceneritori ( di cui 31 al Nord, 13 al centro, 6 al Sud). Vi sono regioni che mandano in discarica dall’85% dei rifiuti prodotti al 94% ( Sicilia, Molise, Puglia, Lazio). La Raccolta differenziata è del 25,8% nel 2006 con un Nord al 40%, il Centro al 20% e il Sud al 10,2%. Confidiamo , naturalmente che il nuovo rapporto exApat ora Ispra ci fornisca dati più confortanti, anche perché tantissime città si stanno attrezzando per raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata ( in tutta Italia da Salerno a Ragusa a Cosenza ecc…) e vi sono già città di notevoli dimensioni che raggiungono oltre il 70, 80% di raccolta differenziata. E’ anche ovvio che i benefici che si otterranno grazie alle iniziative messe in campo in questi anni saranno evidenti a partire dai prossimi anni.Per rispettare la normativa italiana i Comuni dovranno raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2012, pena pesanti sanzioni per chi non li rispetterà. Accanto poi alla raccolta differenziata, per favorire il riciclo eco-efficiente in Italia, gli enti pubblici, tutti, e anche le partecipate dovranno investire in acquisti verdi, come previsto dalla norma, almeno il 30 % del proprio budget. E, in tutti i casi , l’azione che la Comunità europea e la normativa italiana ritengono debba essere applicata in via prioritaria, secondo una gerarchia di comportamenti, riguarda appunto la riduzione della produzione di rifiuti come il miglior sistema di prevenzione. Per questa ragione, Unisco e ACR+ ( Associazione europea delle Città e Regioni per il riciclaggio e la gestione sostenibile delle risorse) hanno lanciato nelle due settimane dal 10 al 16 novembre e dal 22 al 30 novembre una campagna per la riduzione della produzione dei rifiuti, campagna sostenuta anche da Coordinamento Agende 21 locali, Rifiuti 21 network, Federambiente, Osservatorio Nazionale Rifiuti, Legambiente, Associazione dei Comuni virtuosi. Più di 500 iniziative sono state realizzate in tutta Italia con una straordinaria partecipazione di pubblico. Cosa prevede la Campagna? Gli obiettivi della campagna europea per la riduzione dei rifiuti sono di due ordini : suscitare l’impegno in un gran numero di città e regioni europee, ovvero ridurre effettivamente la quantità di rifiuti a livello locale, misurare l’effetto delle politiche locali di prevenzione, sviluppare indicatori numerici di prevenzione, individuare strumenti metodologici per mettere in opera la prevenzione su scala locale, mettere in comune ancor più informazioni ed esperienze per gestire le risorse in modo responsabile; inoltre un secondo obiettivo riguarda la possibilità di contribuire ad una politica europea di prevenzione attraverso un’integrazione delle politiche locali, nazionali ed europee in materia di prevenzione. In particolare sono state individuate azioni per ridurre la produzione di rifiuti di 100 kg/abitante/anno su 4 principali flussi di rifiuti 1. rifiuti organici 2. rifiuti cartacei 3. imballaggi 4. ingombranti e beni durevoli. . Le azioni e i potenziali di riduzione sono indicati precisamente in una tabella elaborata da ACR+
Rifiuti organici hanno un potenziale di riduzione di 40 kg/ab./anno attraverso compostaggio domestico, lotta agli sprechi alimentari, ecopannolini
I rifiuti cartacei presentano un potenziale di riduzione di 15 kg attraverso dematerializzazione degli uffici.Per quel che riguarda gli imballaggi sono 25 i kg in meno previsti attraverso azioni volte a favorire i prodotti cauzionati, promozione dell’acqua del rubinetto, la diffusione di borse riutilizzabili, la lotta contro l’over packaging. Infine, per quel che riguarda i beni durevoli si possono promuovere riduzioni importanti attraverso il riuso di mobili, vestiti, Raee, giochi, e la lotta agli acquisti superflui ( 20 kg). Un primo calcolo mostra come meno rifiuti significhi anche meno CO2 ( meno 100 kg significano meno 160 kg di Co2 abitatante/anno).Inoltre investire nella riduzione della produzione di rifiuti significa alleggerire sensibilmente le somme destinate per la gestione dei rifiuti, ridurre l’impatto ambientale , ridurre le quantità di infrastrutture necessarie per la raccolta e il trattamento, ridurre il consumo di risorse e territorio. .

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