Obama: manterrà le sue promesse? L’Europa e l’Italia a confronto con le scelte globali.

Siamo di fronte alle solite promesse elettorali, o siamo di fronte ad un evento che veramente cambierà il mondo?


Forse è ancora presto per dirlo ma i primi passi dell’uomo di colore lasciano intravedere una speranza concreta. Penso alla nomina del Ministro per l’energia Steven Chu, penso all’annunciata politica sulle rinnovabili o sull’industria automobilistica.

Chi inciderà maggiormente sul Green New Deal? Il settore finanziario, le strategie aziendali, la geopolitica, l’indipendenza energetica o il cambiamento degli stili di vita e degli indicatori economici?
Come conciliare poi l’esigenze degli USA rispetto a quelle della Old Europe e rispetto al rapido sviluppo dei paesi asiatici. Per non parlare poi dei paesi cosiddetti emergenti, India e Brasile. In politica estera riuscirà a mediare la questione mediorientale o limitare l’emergenza umanitaria in africa.  
Il Green New Deal sarà veramente la ricetta della nuova rivoluzione industriale? E per tutti?
In un mondo dove l’etica politica viene sempre meno, dove la corruzione è dilagante, dove è sempre più marcata la distanza tra paesi poveri e paesi ricchi, e tra ricchi e poveri a danno delle classi medie, dove le nuove generazioni stentano ad affermarsi, dove la finanza ha fallito, cosa fare? In quale ricetta credere?
Dobbiamo credere in una nuova Generazione di politici, di imprenditori, di visionari, di finanzieri, risvegliando le coscienze ormai assopite, avendo il coraggio di disegnare un nuovo modello di sviluppo sostenibile.
L’ecologia rimarrà un utopia, se non riusciremo a ritagliarle un ruolo pragmatico e se non riusciremo a creare una sinergia tra imprese, istituzioni e ricerca.

Cosa fare nel concreto in Europa e nel mondo?
• Sostenere la fase II di Kyoto
• ripensare il PIL introducendo gli indicatori ambientali (P.I.L.A. – Prodotto Interno Lordo Ambientale)
• inserire la Carbon Tax in sede WTO per i Paesi che non hanno ratificato Kyoto
• introdurre la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie
• introdurre sistemi di Dumping intelligenti basati anche sul rispetto delle certificazioni ambientali

E in Italia?
• sposare il binomio economia e ecologia e tracciare un nuovo modello di sviluppo sostenibile
• redigere un Piano Energetico Nazionale Sostenibile che indichi la road map di uscita dai combustibili fossili nel lungo periodo
• introduzione di sistemi di contabilità ambientali
• sostegno alla ricerca nel settore dell’innovazione ambientale
• creare i Distretti delle Rinnovabili nelle regioni
• semplificare le procedure di autorizzazione sul Fv e sull’eolico ed al tempo stesso armonizzarle
• velocizzare le procedure di allaccio alla rete .. oggi spesso negate o ritardate
• investire sulla formazione di nuove figure (Energy e mobility manager, installatori, manutentori etc) e sull’informazione
• formare i tecnici comunali sui temi dell’efficienza energetica
• lanciare una grande campagna di rilancio dell’edilizia in Italia attraverso la riqualificazione energetica degli edifici
• attivare i “campi solari condivisi” tra comuni e tra cittadini (adotta un KW)
• favorire la nascita delle ESCO
• agevolare l’accesso al credito anche attraverso la costituzione di appositi Fondi di Rotazione regionali e nazionali
• istituire gli inventari e i registri regionali delle emissioni al fine della contabilizzazione e della vendita sul mercato volontario in attesa di Kyoto 2

Come convincere però una società consumista verso un approccio ecocompatibile? Difficile rispondere, ma Obama, pur sapendo che l’impronta ecologica di un cittadino americano risulta essere la peggiore al mondo, ha avuto il coraggio di imporre un cambiamento, di guardare oltre, di ignorare le lobby esistenti …
Solo i visionari avranno un ruolo nella prossima Green Economy.

Francesco Alemanni 
Meet Energy

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