Per estrarre il bitume dalle rocce in cui è contenuto, per poi convertirlo in petrolio, occorre un dispendio energetico superiore, che comporta un’alta emissione di anidride carbonica (20 % in più rispetto al petrolio estratto con metodi tradizionali).
Il Canada, maggiore produttore di petrolio ricavato da bitume, ritiene ingiusta la modifica di questa direttiva, facendo presente che il petrolio da sabbie bituminose è indistinguibile dal petrolio estratto dai giacimenti fossili. Tale limitazione potrebbe avere ripercussioni anche nel libero scambio dei commerci internazionali. L’obiettivo dunque dovrebbe mirare a ridurre l’uso dei combustibili fossili per non inquinare sempre di più il Pianeta.
Le modifiche a tale direttiva non hanno ottenuto l’approvazione nell’apposito comitato tecnico che raccoglie la Commissione Europea, l’Europarlamento e il Consiglio Europeo.
Su questi argomenti si è discusso nel Convegno “Energia sicura e responsabile. Canada e Italia a confronto” tenutosi presso l’Ambasciata canadese in Italia. Durante il convegno si è sottolineato che il Canada, grazie anche alle sabbie bituminose, ha conquistato un potere mondiale nel settore delle fonti energetiche: è al terzo posto nel mondo come riserve di petrolio, al terzo posto per le riserve d’uranio e al sesto posto come produttore di energia elettrica.
Le sabbie bituminose del Canada rappresentano dunque un’opportunità economica non solo per il Canada stesso ma anche per gli altri Paesi. Il Canada, essendo un paese politicamente stabile, può costituire una sicurezza energetica di lungo periodo e, considerando le nuove tecnologie più rispettose dell’ambiente, potrà offrire garanzie di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La decisione finale dell’Unione Europea su questo discusso argomento sarà stabilita a livello politico dal Consiglio dei Ministri europei nel prossimo mese di giugno.