Gli abissi marini catturano Co2

La Fossa delle Marianne, nota anche come abisso ‘Challenger‘, la zona più profonda dell’Oceano Pacifico, svolge un ruolo chiave nell’assorbimento del carbonio e nella regolazione del clima.

Solo due esploratori finora erano stati in grado di esplorare questa profondità, ma un nuovo sottomarino, senza pilota, equipaggiato con le più moderne tecnologie, è riuscito a ottenere dati importanti su questa zona sconosciuta dell’Oceano. A guidarlo un team di ricercatori dell’Istituto di microbiologia marina Max Planck di Brema (Germania), l’Agenzia per il Giappone per la scienza marina e terrestre (JAMSTEC) e l’Università di Copenhagen (Danimarca), che attraverso il sommergibile è riuscito a raggiungere i 10.900 metri di profondità per monitorare la quantità di carbonio immagazzinata.

Sebbene la fossa riesca a coprire solo il 2% della superficie dell’Oceano, si pensa possa essere fondamentale nell’accumulare carbonio, perché agisce come una sorta di trappola, e nel fondo riesce a catturare più materiale organico che in altre parti dell’Oceano, come hanno dimostrato i primi esperimenti.

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