Obama e la svolta ecologista sul solare

Barack Obama finalmente è diventato Presidente degli Stati Uniti. Manterrà le promesse sull’ambiente?
Un primo segnale l’aveva già dato l’amministrazione uscente Bush, che pressata dalla svolta ambientalista di Obama, con uno dei suoi ultimi atti ha preparato il terreno: all’inizio dell’ottobre scorso ha prolungato la detrazione d’imposta energetica – Investment Tax Credit (ITC) – per altri 8 anni. Questo strumento fiscale aperto ai privati ed alle imprese, permette di economizzare il 30% del proprio investimento e avrà l’effetto di incentivare l’industria.
L’associazione delle industrie fotovoltaiche americane ha fatto un’analisi dell’effetto ITC sull’industria fotovoltaica: si prevede la creazione di 440.000 impieghi permanenti con 325 miliardi di dollari investiti tra il 2009 ed il 2016.
La mancanza di un limite alla detrazione dovrebbe mettere il turbo allo sviluppo del fotovoltaico nel settore residenziale, mentre il settore commerciale può programmare la solarizzazione del suo patrimonio a costi abbordabili. Comprendendo poi gli investimenti delle compagnie elettriche, si arriva a prevedere un totale di 28 GW.
Non è il solo studio ottimista. Anche la Navigant Consulting Inc. ne ha pubblicato uno sull’effetto economico dell’ITC dove si ipotizza una progressione nelle installazioni fotovoltaiche che va dagli oltre 500 MW del 2009 ai più di 6000 MW del 2016.
Anche la produzione di elettricità solare ad alta temperatura (termodinamico) conoscerà un rinascimento. Sono stati installati nel 2007 in Nevada 64 MW, e con l’installazione di 1200 MW all’anno a partire dal 2011, questa tipo di produzione sarà la più competitiva tra quelle fotovoltaiche, a 8 c$/kWh. Il potenziale stimato per questa tecnologia nella Sun Belt è stimato in 200 GW.
Però una detrazione non basta a creare un mercato perenne, per cui Barack Obama dovrà adottare diverse misure per trasformare queste aspettative in realtà. Il programma prevede giustamente la formazione nelle tecnologie verdi, contributi alla ricerca e la creazione di un Renewable Portfolio Standard (RPS) a livello federale – finora esisteva solo a livello dei singoli stati. Questo RPS costringerà le compagnie elettriche a consegnare il 10% dell’energia da fonti rinnovabili nel 2012, ed il 25% nel 2025. Sono tutti provvedimenti positivi, ma bisognerà ottimizzare l’ITC, estendendolo – per esempio – agli investimenti industriali nelle energie rinnovabili. Il governo federale dovrà diventare esemplare, investendo rapidamente e massicciamente per coprire i bisogni federali con energia solare. E soprattutto è necessaria una legge federale che consenta di vendere il proprio surplus energetico. Altrimenti solo i grandi consumatori di energia saranno interessati ad investire, mentre gli americani virtuosi saranno sfavoriti.
L’uscita degli Stati Uniti dal tunnel della recessione dipenderà in buona misura dalla riconversione ambientale della sua economia, quindi grande fiducia al “green new deal” rilanciato da Obama, che contribuirà, si spera, a disegnare un nuovo modello di sviluppo sostenibile ed un cambiamento degli stili di vita.

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