Quali possono essere gli ambiti di intervento da parte degli enti locali nel campo della razionalizzazione energetica e della riduzione delle emissioni dei gas climalteranti?
Per rispondere a tale domanda, che nello specifico dipende dalle condizioni proprie di ogni amministrazione, è utile considerare che l’azione dell’Ente Locale può esplicitarsi, in forma semplificata, attraverso i tre ruoli di base che gli possono essere attribuiti e, cioè:
In particolare, l’Ente locale può:
Se da un lato risulta difficile definire con precisione quale possa essere il ruolo dell’Ente locale in termini quantitativi, è comunque possibile valutare quali siano gli ambiti nei quali questo, attraverso le direttrici menzionate, possa influenzare, in forma più o meno diretta, il raggiungimento di determinati obiettivi.
I citati ambiti di intervento si possono infatti intrecciare con diverse azioni considerate prioritarie nella riduzione delle emissioni climalteranti a livello nazionale.
Il rapporto nazionale riguardante i progressi nell’ambito del Protocollo di Kyoto1 , presentato l’11 novembre 2006, definisce 35 interventi aventi potenziali di riduzione delle emissioni e, per ognuno, viene stimato anche il livello quantitativo di tale riduzione che si potrebbe realizzare nel periodo 2005/2010.
Nella tabella seguente si sintetizzano i settori di intervento con le corrispondenti riduzioni di gas di serra stimate. Accanto viene definito, in termini qualitativi, il possibile ruolo dell’Ente locale.
In termini generali si ritiene plausibile un ruolo importante da parte dell’Ente nella definizione dello sviluppo delle fonti rinnovabili (sia per la loro incentivazione, sia per il ruolo nei processi di regolamentazione che di autorizzazione), della piccola e media cogenerazione (che può essere direttamente incentivata se a servizio del tessuto edilizio), delle infrastrutture per il trasporto pubblico (essenzialmente se di interesse urbano).
Un ruolo di media importanza lo si ritiene presente nello sviluppo dei biocombustibili (può riferirsi, ad esempio, al sistema di trasporto pubblico piuttosto che al sistema agricolo locale) e del risparmio energetico secondo i decreti di efficienza energetica (chiaramente il ruolo è decisivo qualora gli interventi siano realizzati sul proprio patrimonio) e un ruolo decisivo nella gestione del traffico urbano e dell’efficienza energetica in edilizia (attraverso i piani e i regolamenti di settore).
Come si vede, quindi, i numeri sui quali il ruolo dell’Ente locale può avere un’influenza non marginale, ancorché complementare a quella di altri soggetti, sono rilevanti, potendo sommare a diversi milioni di tonnellate di CO2 evitata.
[1] “Italian report on demonstrable progress under article 3.2 of the Kyoto protocol”
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