Il ruolo degli Enti Locali

Quali possono essere gli ambiti di intervento da parte degli enti locali nel campo della razionalizzazione energetica e della riduzione delle emissioni dei gas climalteranti?

Per rispondere a tale domanda, che nello specifico dipende dalle condizioni proprie di ogni amministrazione, è utile considerare che l’azione dell’Ente Locale può esplicitarsi, in forma semplificata, attraverso i tre ruoli di base che gli possono essere attribuiti e, cioè:

  • ente locale in qualità di proprietario e gestore di un proprio patrimonio (edifici, illuminazione, veicoli): il modo in cui un ente locale orienta la produzione, gli acquisti e la gestione dell’energia utilizzata localmente, può rafforzare enormemente lo sviluppo, l’accessibilità e la convenienza economica delle tecnologie energetiche più sostenibili;
  • ente locale in qualità di pianificatore, programmatore, regolatore del territorio e delle attività che insistono su di esso: il modo in cui un ente locale orienta le proprie politiche in materia di gestione del territorio, della produzione edilizia, dei rifiuti e della mobilità può non solo ridurre grandemente le proprie emissioni locali, ma anche contribuire a riorientare in modo radicalmente più sostenibile i comportamenti di consumo energetico di migliaia di persone e di operatori economici;
  • ente locale in qualità di promotore, coordinatore e partner di iniziative su larga scala: il modo in cui un ente locale coinvolge gli operatori e l’intera cittadinanza nelle proprie politiche ambientali ed energetiche può mettere in moto meccanismi virtuosi diffusi e standardizzati.

In particolare, l’Ente locale può:

  • esercitare in modo ambientalmente responsabile la funzione di ente proprietario e gestore di un patrimonio pubblico (edifici, illuminazione, impianti, veicoli), con l’individuazione di modelli gestionali innovativi. Tale azione è mirata a migliorare la qualità energetica del patrimonio pubblico, a produrre un risparmio di risorse economiche e a contribuire alla diffusione di questi interventi anche presso le utenze private;
  • introdurre in una visione di pianificazione integrata, propria dell’Agenda 21, gli obiettivi di sostenibilità energetico-ambientale negli strumenti di programmazione, pianificazione o regolamentazione urbanistica, territoriale e di settore di cui già si dispone (per es. il Piano di Governo del Territorio, il Regolamento edilizio, i Piani della Mobilità, dei Rifiuti, delle Acque, ecc..). Tale azione è mirata ad orientare con forza ai nostri obiettivi di sostenibilità, le trasformazioni territoriali e lo sviluppo economico locale, in una logica di sostanziale omogeneità per il raggiungimento di uno standard;
  • considerare l’obiettivo di riduzione delle emissioni come criterio chiave in tutte le procedure di valutazione e autorizzazione di progetti di impianti o nuove strutture relazionate alla produzione o riduzione di emissioni climalteranti;
  • promuovere queste strategie attraverso il coinvolgimento esteso di tutti i soggetti in grado di contribuire alla fattibilità degli interventi concreti, in modo da valorizzare il possibile contributo positivo di risorse private e garantirne una diffusione su vasta scala;
  • promuovere queste strategie attraverso modalità di cooperazione interistituzionale efficaci (per es. strategie coordinate a livello di area vasta a supporto di enti locali di dimensioni ridotte o localizzati in aree rurali o montane);
  • promuovere la definizione di nuovi strumenti e meccanismi finanziari in grado di coordinare le varie funzioni di governo del territorio avvantaggiandosi delle economie di scala, di facilitare l’accesso al credito e l’efficienza economica degli enti locali e del territorio.

Se da un lato risulta difficile definire con precisione quale possa essere il ruolo dell’Ente locale in termini quantitativi, è comunque possibile valutare quali siano gli ambiti nei quali questo, attraverso le direttrici menzionate, possa influenzare, in forma più o meno diretta, il raggiungimento di determinati obiettivi.
I citati ambiti di intervento si possono infatti intrecciare con diverse azioni considerate prioritarie nella riduzione delle emissioni climalteranti a livello nazionale.
Il rapporto nazionale riguardante i progressi nell’ambito del Protocollo di Kyoto1 , presentato l’11 novembre 2006, definisce 35 interventi aventi potenziali di riduzione delle emissioni e, per ognuno, viene stimato anche il livello quantitativo di tale riduzione che si potrebbe realizzare nel periodo 2005/2010.
Nella tabella seguente si sintetizzano i settori di intervento con le corrispondenti riduzioni di gas di serra stimate. Accanto viene definito, in termini qualitativi, il possibile ruolo dell’Ente locale.

 

 

 

 

In termini generali si ritiene plausibile un ruolo importante da parte dell’Ente nella definizione dello sviluppo delle fonti rinnovabili (sia per la loro incentivazione, sia per il ruolo nei processi di regolamentazione che di autorizzazione), della piccola e media cogenerazione (che può essere direttamente incentivata se a servizio del tessuto edilizio), delle infrastrutture per il trasporto pubblico (essenzialmente se di interesse urbano).
Un ruolo di media importanza lo si ritiene presente nello sviluppo dei biocombustibili (può riferirsi, ad esempio, al sistema di trasporto pubblico piuttosto che al sistema agricolo locale) e del risparmio energetico secondo i decreti di efficienza energetica (chiaramente il ruolo è decisivo qualora gli interventi siano realizzati sul proprio patrimonio) e un ruolo decisivo nella gestione del traffico urbano e dell’efficienza energetica in edilizia (attraverso i piani e i regolamenti di settore).
Come si vede, quindi, i numeri sui quali il ruolo dell’Ente locale può avere un’influenza non marginale, ancorché complementare a quella di altri soggetti, sono rilevanti, potendo sommare a diversi milioni di tonnellate di CO2 evitata.

[1]Italian report on demonstrable progress under article 3.2 of the Kyoto protocol”

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