Premessa

Da tempo l’Europa e l’Italia hanno intrapreso una politica mirata al contenimento degli usi delle fonti energetiche tradizionali, all’efficientizzazione energetica e alla riduzione delle emissioni dei gas di serra.

Dopo diversi anni dalla definizione di obiettivi quantitativi di sostenibilità energetica definiti a livello europeo e nazionale e a pochi anni dall’orizzonte temporale posto per tali obiettivi, è doveroso riflettere sulla situazione che si è sviluppata, facendo delle valutazioni sugli andamenti reali delle grandezze oggetto di tali obiettivi e sul livello di “avvicinamento” di tali andamenti reali agli obiettivi stessi.

Sia per quanto riguarda gli obiettivi del Protocollo di Kyoto che gli obiettivi sulle fonti rinnovabili, gli andamenti di cui si dispone indicano un divario ancora marcato. Soprattutto per l’Italia, emerge con evidenza la distanza dall’obiettivo di Kyoto e non appare neppure, dalla lettura dei dati, un cambio di tendenza che faccia prefigurare un incontro, seppure in tempi più lunghi, tra la curva reale e tale obiettivo.

Le fonti rinnovabili non riescono a superare la percentuale che le caratterizza ormai da numerosi anni, sia per la lentezza con cui si stanno affermando, sia per la continua crescita dei consumi energetici complessivi e sia per le limitazioni derivanti dal settore idroelettrico.

Per quanto riguarda il risparmio energetico vi è sicuramente interesse per quelli che potranno essere gli effetti della direttiva 2006/32, in particolar modo per il ruolo rilevante che viene specificato per il settore pubblico.

Ai suddetti obiettivi si sono aggiunti i recenti e più ambiziosi obiettivi del Consiglio Europeo per il 2020 sia sul fronte delle emissioni climalteranti che su quelli delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Questi obiettivi, a maggior ragione, esigono dei consistenti cambi di tendenza.

L’esperienza che si è maturata, sia a livello europeo che nazionale, deve fare scaturire una seria riflessione sul fenomeno che si vuole gestire e sulle modalità stesse di gestione e non si può correre il rischio che la troppa, seppur necessaria, attenzione verso i nuovi obiettivi al 2020 distolga l’attenzione dalla suddetta riflessione.

Il mix di obiettivi di riduzione sempre maggiori e di tempi sempre minori implica uno sforzo sempre più elevato che deve tradursi in una attenta organizzazione delle azioni da intraprendere.

Fa parte di tale sforzo la realizzazione di un processo di maggior partecipazione dei livelli di sussidiarietà più bassi dell’Amministrazione pubblica, gli Enti Locali, che possono dimostrare una utile efficacia nell’attuare politiche di razionalizzazione energetica e, più in generale, di abbattimento delle emissioni di gas serra.

 

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