“Lo Zoo delle Startup”: modelli alternativi e nuove visioni imprenditoriali nell’ambito della Rome Future Week. Il futuro è adesso.

Dialogo, innovazione, sostenibilità. Parole chiave dell’evento “Lo Zoo delle Startup: tra Zebre e Unicorni – Cultura, creatività e innovazione”, il talk organizzato da Rete EcoDigital, Fondazione UniVerde e dal Dipartimento di Management della Sapienza Università di Roma, nell’ambito della Rome Future Week® che si è tenuto il 16 settembre presso il Bioparco di Roma.

Il titolo, provocatorio e ispirato alla più attuale letteratura manageriale, ha acceso il dibattito sulle nuove “specie” di startup: non solo i noti unicorni, simbolo di crescita esponenziale e capitali miliardari, ma anche zebre, gazzelle e cammelli, metafore di imprese più sostenibili, inclusive e resilienti.

L’evento, aperto dal saluto di benvenuto di Lucia Venturi (Direttrice Generale della Fondazione Bioparco di Roma), ha posto al centro l’urgenza di superare il modello imprenditoriale dominante per favorire lo sviluppo di realtà capaci di generare valore condiviso e impatto economico positivo reale ma sostenibile, in risposta alle grandi sfide ambientali, sociali e tecnologiche del nostro tempo. Una coralità di visioni a confronto per disegnare l’impresa del futuro.

Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della rete   EcoDigital), ha dichiarato:“Oggi più che mai serve che l’innovazione non sia misurata solo dai numeri o dal capitale raccolto, ma dal beneficio che porta alle persone e all’ambiente. Un’impresa responsabile non può più limitarsi a inseguire la crescita ma deve diventare agente di trasformazione, ricucire i legami con la natura, rigenerare i territori e promuovere solidarietà”

Sulla stessa linea, Nicola Cucari (Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese presso la Sapienza Università di Roma), che ha aggiunto: “Con il nostro evento abbiamo voluto spostare la narrativa dal mito degli unicorni a uno zoo più articolato di modelli imprenditoriali, in cui le zebre emergono come paradigma alternativo. I dati mostrano una dinamica contraddittoria: mentre cresce del 9% il numero di start-up che integrano una missione sociale o ambientale, le start-up innovative a vocazione sociale diminuiscono del 28% negli ultimi due anni. Un segnale che conferma l’interesse verso modelli imprenditoriali sostenibili, ma anche la necessità di rafforzare strumenti di riconoscimento e supporto istituzionale”.

Per la Sen. Cristina Tajani (Commissione permanente Finanze e tesoro) e prima firmataria della proposta di legge sulle startup sociali“è fondamentale dotare l’Italia di strumenti normativi capaci di accompagnare la crescita delle imprese a vocazione sociale capaci di rispondere alle esigenze dei territori. Andava riempito un vuoto normativo che riguardava anche le detrazioni e le modalità di reinvestimento degli utili per fini sociali. Favorire un impatto sociale positivo e la sostenibilità anche con partenariati pubblico-privato era prioritario. Per questo ho voluto declinare soluzioni innovative come i laboratori urbani”.

Sabrina Alfonsi (Assessora all’Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma), ha portato il saluto istituzione dell’Amministrazione capitolina e ha dichiarato “come assessorato stiamo lavorando molto con Startup innovative capaci di coniugare la rivoluzione tecnologica e digitale a quella ambientale, consentendo anche un ritorno alla terra e a lavori tradizionali, rendendoli meno faticosi e a zero impatto ambientale. Le risorse per le Startup ci sono ma il problema è come intercettare quelle risorse e impiegarle nel modo migliore”.

Dal lato imprenditoriale, Manuel Urzì (COO di Startup Geeks e membro del Direttivo di Rete EcoDigital), ha posto l’accento sulla sostenibilità come fondamento della nuova leadership: “Oggi le startup non devono solo puntare alla crescita, ma anche dimostrare di saper generare impatto duraturo. Le zebre rappresentano un’evoluzione naturale del fare impresa: modelli concreti, sostenibili, capaci di integrarsi nei territori e nelle comunità. Per sostenerli servono strumenti nuovi: percorsi formativi orientati all’execution, reti di mentorship solide e un dialogo più stretto tra startup, investitori e istituzioni.”

A concludere l’incontro, Anselmo Pellizzi (Segretario Nazionale della Rete EcoDigital), ha richiamato la responsabilità sistemica dell’ecosistema startup: “EcoDigital nasce per connettere startup, territori e investitori responsabili. Serve un ecosistema che non rincorra solo la crescita, ma che orienti l’innovazione verso sostenibilità ambientale e giustizia sociale.”

Alla tavola rotonda hanno partecipato figure di primo piano dell’ecosistema italiano dell’innovazione: Federico Mento (Ashoka Italia), Jacopo Mele (Moonstone Venture Capital), Lorenzo Di Ciaccio (Pedius / Ridaje), Bettina Giordani (CDTI Roma), Andrea Azzarello (BIAS & Games) e Desiree Farletti (RECO2).

A moderare l’incontro, Michele Franzese (Fondatore della Rome Future Week®), che ha commentato: “Gli eventi di questa settimana mostrano come innovazione e imprenditorialità possano evolvere verso modelli sostenibili, capaci di generare non solo crescita economica, ma anche impatto sociale e ambientale positivo. È in queste mutazioni che si intravede la possibilità di costruire un’economia più inclusiva e resiliente.”

Lo Zoo delle Startup ha restituito una fotografia nitida di un ecosistema in evoluzione, pronto ad abbracciare modelli rigenerativi, inclusivi e orientati a minimizzare l’impatto ambientale. Un confronto che non si è limitato alla riflessione, ma ha acceso una traiettoria concreta per chi oggi vuole innovare con consapevolezza, responsabilità e visione.