Le navi dei veleni riemergono

Le navi dei veleni riemergono dalla memoria di chi vuol conoscere la verità. Erano imbarcazioni affondate con il loro carico tossico al largo dei mari italiani. Esiste un Comitato per la verità, che chiede al Governo e al Parlamento di intervenire a supporto delle indagini in corso.

Tra il luglio e il novembre del 1985 sparisce la motonave Nicos 1 partita da La Spezia e mai giunta a destinazione. Nell’ottobre del 1986 la nave Mikigan, partita dal porto di Marina di Carrara, affonda nel mar Tirreno calabrese con un carico sconosciuto di cui è certa solo la presenza di granulato di marmo. Nel settembre del 1987 la motonave Rigel fa naufragio a 20 miglia da Capo Spartivento. Un procedimento giudiziario per truffa ai danni della compagnia assicurativa accerta che si trattò di uno strano affondamento: la merce dichiarata per ottenere il risarcimento del danno non era in realtà mai salita a bordo. Nel dicembre del 1988 si verificò l’affondamento della nave Four Star I, battente bandiera dello Sri Lanka in un punto non noto dello Jonio meridionale, durante il viaggio da Barcellona ad Antalya (Turchia).

Nell’agosto del 1989 la motonave maltese Anni affonda in Alto Adriatico durante il viaggio dal Pireo a Ravenna, in acque internazionali. Nel dicembre del 1990 la nave Jolly Rosso si trova in difficoltà al largo di Vibo Valenzia, viene trainata e finisce per spiaggiarsi a Capo Sudero.
Nel febbraio del 1991 affondava la motonave Alessandro I nei pressi di Molfetta: la responsabilità è attribuita ad un errore del comandante, mentre i dati tecnici hanno dimostrato che la stabilità della nave era tale da rendere possibile l’ingavonamento (ossia la disposizione sul fianco).
Nel maggio del 1993 all’altezza del canale di Sicilia affonda la motonave Marco Polo. Alcuni container “persi” dalla motonave vengono trovati quasi un anno dopo in mare, al largo delle coste della Campania. Dalle misurazioni effettuate è stata riscontrata una radioattività da torio 234, con valori almeno cinque volte sopra la media.

Nel marzo del 1994 inizia il viaggio della nave Korabi Durres dal porto di Durazzo: il carico ufficialmente è denunciato come rottami di rame. La Capitaneria di Porto di Palermo effettuano rilievi per valutare eventuali tracce di radioattività: il controllo dà esito positivo, e il carico di radioattività risulta superiore ai limiti previsti dalla legge. Viene negato alla nave il permesso di scaricare il proprio carico e di entrare nel porto di Palermo. Il 9 marzo la nave riparte da Palermo con destinazione Durazzo, ma il 10 la nave compare nelle acque di Pentimele, nei pressi di Reggio Calabria, senza presentare tracce di radioattività ai nuovi controlli delle autorità marittime. Parte cosÏ l’inchiesta giudiziaria per accertare un eventuale scarico in mare da parte della suddetta nave.

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