#pizzaUnesco è la campagna internazionale promossa dalla Fondazione UniVerde, con il sostegno di tanti partners, che con oltre 2 milioni di firme da più di 100 Paesi del mondo ha favorito l’iscrizione dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano nella prestigiosa Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità – UNESCO.

#pizzaUnesco ha preso avvio al Napoli Pizza Village 2014, con il lancio della petizione sulla piattaforma Change.org, con la richiesta di ottenere dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO la candidatura dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano nell’anno precedente all’Expo di Milano, dedicata a Feeding the planet. Già nel marzo del 2015, dopo le prime 300 mila firme, la proposta ha riscosso un primo successo, ottenendo l’attesa candidatura italiana e intraprendendo l’iter ufficiale verso il riconoscimento.

Tuttavia, nel mese di novembre dello stesso anno, non avendo l’UNESCO esaminato nuove proposte italiane, la valutazione non ha avuto il seguito sperato. Motivo per cui, #pizzaUnesco ha subito rilanciato la sfida a ottenere che i ministeri presenti nella Commissione Nazionale per l’UNESCO scegliessero nuovamente, nella primavera 2016, l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano come candidatura dell’Italia al Patrimonio culturale immateriale. La risposta della mobilitazione mondiale è stata tale che la proposta viene approvata all’unanimità e sostenuta dalle prime 900 mila firme mondiali.

Da questo secondo successo, ha avuto inizio il lungo percorso che, spostando l’azione di sensibilizzazione verso la sede mondiale dell’Unesco, con il rilancio della petizione e le numerose iniziative organizzate in Italia e nel mondo, ha portato alla decisiva vittoria di Jeju, in Corea del Sud, quando il 7 dicembre 2017 il 12° Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO ha valutato positivamente, e con voto unanime, la candidatura italiana.

L’iscrizione dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità ha riaffermato la qualità della creazione artigianale della pizza rispetto alla produzione industriale e globalizzata di alcune multinazionali del fast food. È il trionfo di un’arte tradizionale nata secoli fa sullo sfondo del Vesuvio, tramandata di padre in figlio e simbolo dell’intera comunità di Napoli.

Un percorso vittorioso ma complesso. La comunità emblematica che ha avanzato la proposta di riconoscimento UNESCO del nostro elemento culturale è rappresentata da Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Associazione Verace Pizza Napoletana, Fondazione UniVerde, Comune di Napoli, Regione Campania, Coldiretti, Università degli Studi di Napoli “Federico II” e dal Centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea “MedEatResearch” – Suor Orsola Benincasa. In poco più di tre anni, la raccolta firme per l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano ha compiuto più volte il giro del mondo raccogliendo il sostegno di oltre 600 ambassador a livello internazionale, tra personalità della cultura, dello spettacolo, della politica, dello sport, della società civile.

Una corsa travolgente sostenuta dai tanti supporters della petizione mondiale #pizzaUnesco: Associazione Pizzaiuoli Napoletani, il grandissimo impegno di Coldiretti da cui è giunto il principale contributo alla raccolta delle adesioni, Associazione Verace Pizza Napoletana, Rossopomodoro, Mulino Caputo, Napoli Pizza Village, Eccellenze Campane, CNA, UNAPROL, Fondazione Campagna Amica con la sua rete dei Mercati, Federazione Italiana Cuochi, l’associazione dei cuochi Euro-Toques, Confesercenti, La Fiammante, CIAO, Fratelli la Bufala, Latticini Orchidea, Salvatore Cuomo, pioniere della pizza napoletana in Asia, Corporazione Pizzaioli di Tramonti e, ancora, le tantissime pizzerie ai quattro angoli del mondo.

È solo la prima vittoria. Ora bisogna lavorare per tutelare questo Bene mondiale e vigilare affinché nessuno speculi sul riconoscimento ottenuto.

Vai al sito: http://www.pizzanelmondo.org/

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