L'Acqua è Vita!

Martedì, 9 giugno 2009

Aman Iman!” dicono i Tuareg del Sahara, “l’Acqua è Vita!”.
Nella cruda saggezza degli uomini del deserto c’è quello che l’uomo ha sempre avvertito in sé, prima che la scienza moderna arrivasse a capirlo. La vita sulla Terra è nata per l’acqua, nessun essere vivente può esistere senza.
Le grandi civiltà del mondo sono sorte grazie al sostentamento che traevano dall’acqua, sulle rive dei fiumi: il Nilo, il Tigri e l’Eufrate, lo Huang Ho (Fiume Giallo), l’Indo e il Gange, il Tevere.
L’importanza dell’acqua è riconosciuta nelle religioni e nelle filosofie sin dai tempi antichi: considerata fonte di vita e simbolo di fertilità, di rinnovamento e purificazione, di benevolenza divina.
La filosofia greca associò l’origine di tutte le cose all’acqua e spiegò con il suo scorrere il trascorrere del tempo, il mutamento di tutto. In Cina l’acqua venne identificata con il caos da cui ha avuto origine l’universo.
Purtroppo, l’uomo ha perso memoria della sacralità che attribuiva all’acqua, che gli ispirava rispetto per questo elemento e per la sua decisiva importanza per la vita.

L’acqua ricopre il 71% della superficie terrestre; la gran parte è negli oceani e nei ghiacciai e solo l’1% è direttamente utilizzabile per le attività umane. Di questa, il 93% viene utilizzata per usi agricoli e industriali.
È una risorsa primaria di vita, ma sempre più limitata e distribuita in modo disuguale. Oggi un miliardo e mezzo di persone non ha accesso all’acqua potabile. I Paesi ricchi consumano circa l’80% delle risorse idriche mondiali: un abitante degli Stati Uniti d’America consuma in media 425 litri al giorno, un abitante del Madagascar ne ha a disposizione appena dieci.
Gravissime sono le conseguenze di questa sperequazione: ogni 20 secondi nel mondo un bambino muore di sete, ogni anno 3 milioni di esseri umani muoiono per malattie provocate dalla cattiva qualità dell’acqua.
E lo scenario mondiale è destinato a peggiorare se la Comunità Internazionale non attuerà risoluti interventi: desertificazione, inquinamento, sfruttamento dissennato, sprechi e mercificazioni porteranno oltre due terzi dell’intera popolazione mondiale a soffrire di scarsità d’acqua.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di “sofferenza per mancanza d’acqua” per disponibilità quotidiane inferiori a 50 litri a persona.

Nel 2005 l’ONU ha lanciato il 2° Decennio Internazionale d’azione “Acqua per la Vita” (2005-2015) e gli Obiettivi del Millennio propongono di raggiungere entro il 2015 il dimezzamento del numero di persone prive di accesso all’acqua potabile e a servizi igienici adeguati.
È fondamentale l’impegno concreto di tutti i Governi. È importante che ognuno si senta coinvolto dal dovere dell’azione solidale.

Lo spirito di solidarietà economica ed ecologica tra i popoli è stato il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua 2009, celebrata come ogni anno il 22 marzo, dal titolo “Condividere l’acqua – condividere le opportunità”.
Proclamato nel 1992 dalle Nazioni Unite, il World Water Day esorta alla riflessione sul valore dell’acqua e sulla necessità di un utilizzo sostenibile ed equo di tale ricchezza.
La crescente domanda e la disponibilità sempre più insufficiente porteranno a forti tensioni sociali, accenderanno aspri conflitti nelle zone del mondo dove più grave è la carenza.
Risolvere il problema della mancanza d’acqua, promuovendo la cooperazione tra le nazioni, è, dunque, un imperativo per tutta la società, è strumento primario per combattere la povertà e favorire la pace.

Attraverso la conoscenza obiettiva e priva di condizionamenti e la libera discussione sui temi dell’acqua, intendiamo stimolare le menti ad affrontare con responsabilità queste sfide del presente, per il futuro.
E’ il nostro obiettivo far “sgorgare” nella società una cultura nuova.
La cultura dell’acqua come bene comune da sottrarre alle dinamiche egoistiche del profitto, e da aprire ad una gestione democratica e partecipata.
La cultura della difesa dell’acqua dagli inquinamenti e del contenimento degli sprechi.
La cultura dell’acqua come patrimonio dell’intera umanità, da fruire oggi responsabilmente per preservarlo alle generazioni future.

Michele Vespucci

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