La Maddalena, bruciante sconfitta per il movimento antiparco

“Referendum contro il Parco, flop alla Maddalena”: tutti i quotidiani sardi sono unanimemente concordi nel sottolineare il dato concreto che è emerso dalla consultazione popolare tenutasi dall’1 al 7 dicembre per volontà del Comune di La Maddalena, a seguito di una raccolta firme promossa dal movimento antiparco circa un anno e mezzo fa. Il numero dei votanti è stato pari a 1009, corrispondente al 10,55% degli aventi diritti al voto, quindi sensibilmente inferiore al 10% della popolazione complessiva di La Maddalena e sotto qualsiasi soglia di rappresentatività, anche in considerazione del fatto che – a differenza di qualsiasi altra operazione di voto – la consultazione ha avuto una durata di ben 7 giorni ed è stata ampiamente promossa e divulgata (con manifesti, lettere inviate alle famiglie, etc.) direttamente dall’amministrazione comunale, la quale auspicava chiaramente un’ampia affluenza da parte della popolazione, inviata a recarsi a votare con “sincera e convinta partecipazione”; la divulgazione dell’evento sulla carta stampata è stata assicurata anche da alcuni quotidiani durante le operazioni di voto, con un contraddittorio praticamente inesistente.
Trattandosi di un voto di protesta non sorprende il fatto che il 90% di coloro che hanno votato abbiano espresso il proprio “no” al Parco, ma complessivamente solo il 9% degli aventi diritto al voto si è espresso in modo contrario. Il dato più significativo è infatti quello dell’astensionismo, pari all’89,45%: la maggioranza dei votanti ha evidentemente condiviso le posizioni del Presidente del Parco Giuseppe Bonanno che ha da sempre illustrato le motivazioni per cui la consultazione non poteva essere considerata uno strumento atto a superare le problematiche del territorio, ma solo una perdita di tempo e di denaro. Nel corso dei mesi, a causa di una campagna dai toni aspri, spesso aggressivi e configurabili a tratti anche come diffamatori, l’unico risultato concreto che il movimento antiparco ha prodotto è stato quello che ben oltre la metà delle persone che avrebbero apposto la loro firma per chiedere di svolgere il “referendum” – complessivamente circa 2200 ma secondo alcuni addirittura 2500 – non si è presentato a votare. E’ lecito ovviamente chiedersi dove siano andate a finire.
Ciò non può che dimostrare la totale disaffezione di moltissimi cittadini rispetto al tema della consultazione e alla modalità con cui è stato portata avanti la campagna referendaria; viene anche chiedersi dove siano le migliaia di maddalenini che, superando l’indecisione, avrebbero dovuto “seppellire sotto una valanga di no questo Parco”, come il principale esponente del movimento antiparco si era avventurato a profetizzare poco tempo fa. Il teorema di chi pensava che dal presunto plebiscito contro il Parco sarebbe dovuta derivare un’iniziativa politica condivisa finalizzata all’abolizione o alla creazione di un diverso tipo di area protetta va a naufragare rovinosamente nelle secche dell’astensionismo, e l’attuale amministrazione del Parco ne esce indubbiamente rafforzata e legittimata politicamente. Il Presidente del Parco Giuseppe Bonanno ha voluto ringraziare “tutti i maddalenini per aver compreso l’inutilità di questa consultazione; nei loro confronti non posso che rinnovare il mio impegno a migliorare un’istituzione che deve essere al servizio del nostro bellissimo territorio e di chi lo abita”.
Enrico Lippi – Portavoce del Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena

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