OGM: implicazioni per la salute umana


Prof. Mariano Bizzarri
Docente di Patologia Clinica
Dipartimento Medicina Sperimentale
Università La Sapienza, Roma

La difficoltà di ottenere informazioni probanti circa l’innocuità dei cibi tramite studi tossicologici classici, è ben nota da molti anni. Queste difficoltà si sono rivelate ancor più limitative nell’ambito delle problematiche poste dai cibi e dagli organismi geneticamente modificati (OGM) e ciò ha reso necessario elaborare un approccio alternativo che, in prima istanza, ha portato a sviluppare il criterio della sostanziale equivalenza, un parametro che, pur non essendo di per sé un criterio di asseveramento dell’innocuità degli alimenti, dovrebbe consentire di determinare se l’alimento geneticamente modificato sia paragonabile, per caratteristiche e composizione, all’analogo  prodotto convenzionale. Questo presupposto ha per molto tempo legittimato il ricorso ad un parametro minimalista, in base al quale viene ritenuto   salubre un nuovo alimento (geneticamente modificato) purché presentasse una composizione strutturale (i.e., percentuale di lipidi, vitamine, proteine e carboidrati) sostanzialmente equivalente a quella dell’alimento non-modificato. Tale impostazione, promanante da una visione radicalmente riduzionista della complessità biologica, è stata sottoposta a critica severa, dato che non prende in considerazione né le modificazioni metaboliche collaterali (che possono accompagnarsi alla transfezione genica), né la “imprevista” (unintended) comparsa di molecole (frammenti di DNA, proteine o altre sostanze) che in più di un’occasione hanno “complicato” l’operazione transgenica “apparentemente” riuscita.

A prescindere da questi limiti, sono pur tuttavia emersi con chiarezza alcuni pericoli reali il cui possibile impatto sulla salute umana, ancorché di difficile valutazione, si profila come potenzialmente elevato.

In basso è possibile scaricare l’articolo in PDF:
OGM: implicazioni per la salute umana.pdf



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