Quali e quanti rischi "collaterali"?

Il Presidente di Federparchi Giampiero Sammuri esprime una forte preoccupazione per le gravi conseguenze che l’applicazione di alcune norme, che sarebbero contenute nel Decreto del Governo in materia edilizia, avrebbe su tutti i territori delle Aree protette e sulla credibilità degli strumenti di pianificazione e gestione adottati dai parchi.
In particolare l’associazione unitaria dei parchi riterrebbe inaccettabile la previsione di aumenti automatici di volumetria nelle zone di Riserva e Protezione così definite dalla legge secondo criteri validi a livello internazionale e contenute in piani frutto di processi partecipati, accettati da tutte le istituzioni interessate alla gestione delle aree naturali più preziose e fragili del Paese.
Rischiosissima sarebbe anche, in generale, la procedura prevista dal Decreto. Essa, consentendo  interventi di notevole incremento edilizio e addirittura cambi di destinazione d’uso “in deroga alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti e adottati, e ai regolamenti edilizi”, minerebbe concretamente il faticoso, spesso pericoloso, lavoro di recupero della legalità svolto dai tecnici e dagli amministratori dei Parchi. Inoltre, la necessità da parte degli Enti che gestiscono vincoli ambientali e paesaggistici di dimostrare “concretamente” l’incompatibilità dell’intervento con l’interesse pubblico, determinerebbe inevitabilmente un amplissimo margine di contenzioso,  appesantendo senza giustificazione l’opera di salvaguardia della qualità ambientale e paesaggistica svolta dai Parchi.
La Federparchi si augura che le notizie diffuse in merito non corrispondano al reale contenuto del provvedimento e chiede al Ministro dell’Ambiente, all’intero Governo, alle Regioni, al Parlamento, di considerare gli enormi riflessi che avrebbero decisioni come quelle ventilate, così pesanti da mettere in discussione la ragione stessa dell’esistenza di aree naturali da tutelare ora e per il futuro.
(fonte: parks.it)

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